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La festa di S. Giuseppe di Marzo mette insieme il momento religioso o cristiano e quello più strettamente profano come l’accensione del fuoco nei rioni del paese in devozione al santo protettore.
Sul far della sera vengono accese cataste di rami di ulivo e di viti che danno vita ad un paesaggio incandescente.
Il merito è dei ragazzi che fanno a gara a chi realizza il falò più grande e che, nell’attesa del 19 di Marzo, si divertono a saltare e ad ammucchiarsi sulle cataste di sarmenti, nonostante le raccomandazioni dei genitori (“Accortu a l’uocchi!”).
La tradizione del falò spinge le tante persone a recarsi in ogni rione ad incontrare gli amici con cui mangiare una patata cotta sotto la vronza, bere un buon bicchiere di vino, ascoltare una suonata di riganetto, in attesa del nuovo giorno