La Chiesa del Carmine e Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
Gravemente danneggiate dal sisma dell’80 e poi quasi radicalmente ricostruite, la chiesa del Carmine e quella di Santa Maria di Costantinopoli avevano remote origini. Soprattutto la seconda, citata tra gli “oratoria extra moenia” in un documento della Curia Arcivescovile di Conza del 1829, era catalogata tra quelle di fondazione bizantina. Restaurata nel secolo XVIII, è stata riaperta al culto nel 1990. Presenta una struttura semplice, con l’altare maggiore in pietra, coronato da un tabernacolo settecentesco, segno ancora tangibile dell’intervento del XVIII secolo. Tutti gli altri altari sono in pietra: sul secondo a sinistra è venerata l’Icona della Vergine, che la tradizione locale tramanda essere stata portata dall’Oriente dai monaci basiliani. La chiesa parrocchiale, dedicata all’Augustissima Trinità, fu riconsacrata nel 1751, dopo essere stata abbattuta dal sisma del 1735. Stessa sorte infausta le toccò nel 1980. L’edificio attuale è stato, infatti, ricostruito dalle fondamenta dopo l’ultimo, tragico terremoto.
Il Santuario di Santa Maria della Neve
Sul ciglio di una balza montuosa, affacciata sulla Valle dell’Alto Sele a circa 800 metri, si ergono il Monastero di Santa Maria dell’Alta Sede e il Santuario di Santa Maria della Neve, ricostruiti dopo il sisma con la stessa struttura architettonica. Originale è invece il campanile di forma quadrata che preserva due campane, una delle quali, datata 1759, venne fusa per volontà di monsignor Del Plato. La facciata della chiesa presenta un elegante portale in pietra. L’edificio interno è diviso in tre navate; nella nicchia che chiude quella principale vi è la scultura lignea della Madonna della Neve, opera del XVIII secolo. Nel fondo delle navate laterali sono invece due sculture di San Gaetano e della Madonna del Rosario. L’accesso in sagrestia, ubicato sulla destra, è fregiato da un elegante portale in pietra, proveniente dalla distrutta chiesa di San Michele Arcangelo. Questo luogo isolato, che induce alla riflessione spirituale e alla contemplazione delle meraviglie naturali della Valle del Sele, diventa un punto di ritrovo il 5 agosto, giorno in cui si celebra la Madonna della Neve. Proprio in quella data, infatti, secondo la tradizione popolare gli increduli abitanti di Calabritto assistettero ad una abbondante nevicata e decisero di ricordare quell’evento miracoloso.
Abbazia di Santa Maria dei Grienzi
Lasciato il paese e incamminandosi nel folto dei boschi, ai confini con il demanio comunale di Acerno, sorge la minuscola Abbazia di Santa Maria dei Grienzi. La sua unica, semplice aula, si chiude con un altare in muratura, al di sopra del quale è collocata la scultura della Vergine dei Grienzi col Bambino benedicente.
Chiesa della Madonna del fiume e la leggenda della stalattite
Sempre in territorio montuoso, alle falde del complesso del Cervialto, è la chiesetta della Madonna del Fiume, all’interno di una grotta carsica che offre un suggestivo spettacolo di concrezioni calcaree. Secondo una credenza popolare di origine pagana, se una donna in attesa di un bambino beve l’acqua che sgocciola da una particolare stalattite a forma di mammella le sarà assicurata abbondanza di latte.
Le Chiese di Santa Maria delle Grazie e di San Rocco
Scendendo dalla Rocca si possono visitare le chiese di Santa Maria delle Grazie e di San Rocco. La prima è tra le più antiche del paese. Era centro spirituale di un monastero, forse di monaci basiliani, del quale si possono ancora intravedere i resti. L’interno della chiesa è caratterizzato da un intervento settecentesco, più evidente nella fastosa cona in stucco, di gusto garbatamente popolare, al cui centro vi è la nicchia con la scultura raffigurante la Vergine. La chiesa di San Rocco fu completamente distrutta dal sisma dell’80. Ricostruita dalle fondamenta, preserva il solo originale portale in pietra, su cui è incisa la data del 1718, riferita probabilmente ad un restauro dell’edificio. Al centro del paese si eleva la parrocchiale dedicata alla Madonna del Carmine, di linee rigide e classicheggianti, costruita nel 1930.